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Il peso
delle parole

Il peso delle parole

un racconto di vita vissuta

Non mi innamorerò mai più! Cristina giura a se stessa, dopo aver subito un tradimento da parte del suo fidanzato storico. E’ una bella ragazza di 25 anni prossima alla laurea in giurisprudenza. Oggi Cristina ha 40 anni e mi chiede come mai non riesce a trovare un uomo adatto per lei. Quando pensa che forse….magari….lui sembrerebbe quello giusto, poi si accorge che è sposato, o vive con la madre, e che dire di quello che le aveva nascosto di essere in procinto di trasferirsi in Olanda? Indagando a ritroso nella vita di questa donna intelligente e realizzata professionalmente, emergono ricordi tristi, caratterizzati dalla continua assenza paterna. Cristina fa di tutto per interessare e attrarre a se il padre, senza riuscirci. Crescendo si accorge che anche la mamma è delusa e rassegnata. Anzi è proprio la madre a potenziare in lei, al massimo grado, l’autonomia e l’indipendenza come unica soluzione alla delusione in amore. Marco (i nomi sono tutti di fantasia per rispetto della privacy), è un omone di grossa corporatura che suda copiosamente. Cinque mesi fa ha avuto un infarto e adesso deve stare attento alla qualità della vita. Proprio per questo ha deciso di trovare delle risposte ad alcune domande cruciali che risalgono a circa quattro anni prima, quando la sua fidanzata lo abbandona “spezzandogli il cuore”, mi sottolinea con enfasi. Invece Alba è una donna di mezza età che cova da lungo tempo un rancore mai espresso. Quando aveva solo 18 anni, perde tragicamente la madre (il padre era andato via da casa quando lei era piccolissima); il fratello maggiore, allora di 29 anni, prende per entrambi, importanti decisioni circa i beni ereditati dalla madre. Decisioni mai condivise da Alba, la quale mi racconta, con pathos, un violento scontro avuto col fratello proprio in occasione della vendita della casa di famiglia: – Non ti perdonerò mai – gli urla in faccia la ragazza. Sono passati quarant’anni e Alessia si domanda come mai, durante i festeggiamenti del settantesimo compleanno del fratello, continua ad essere arrabbiata con lui. I suoi sorrisi sono forzati, gli auguri solo formali. Le parole che diciamo sono comandi che ci autoimpostiamo, come facciamo con i file del pc. E hanno un peso. Enorme. Non mi innamorerò mai più, mi ha spezzato il cuore, non ti perdonerò mai più, sono solo esempi, fra i più comuni oltretutto, che indicano chiaramente la nostra volontà, il nostro intento. Il Cosmo obbedisce. Ma cos’è il Cosmo per come lo intendo? Niente di astronomico. E’ la vis vitalis, la forza vitale che tutto muove, l’energia del nostro pensiero che, nell’universo quantico in cui siamo immersi, crea la realtà in cui viviamo. Immagino il Cosmo come un deferente cameriere che, mentre siamo seduti al ristorante della Vita, ci chiede che cosa desideriamo. In quanto esseri divini, abbiamo ereditato, per diritto di nascita, il potere di creare tutto ciò che desideriamo. Dunque il Cosmo sta lì davanti a noi, in paziente attesa. Qualsiasi cosa noi ordineremo, ci verrà servita. Ricapitoliamo: Cristina ha ordinato di non volersi mai più innamorare; Marco invece ha preferito un cuore spezzato ( dimenticavo: il Cosmo interpreta tutto alla lettera, non comprende il linguaggio metaforico); infine Alba ha chiesto di non perdonare il fratello. Sono stati accontentati. Le parole hanno un peso enorme, sopratutto se sono continuativamente alimentate dal pensiero. Una bellissima parabola buddista spiega questo concetto. Immaginate che la nostra vita sia un immenso campo di fertile terreno su cui si trovano i semi di tutte, ma proprio tutte, le emozioni e qualità umane: la gioia, il dolore, la tristezza, l’odio, l’amore, l’integrità, la disonestà, la generosità e l’avarizia. E così via. Le piante che cresceranno nel nostro campo saranno solo quelle che noi innaffieremo. Il pensiero crea e la parola ratifica. Dobbiamo divenire consapevoli della qualità dei nostri pensieri e delle parole che li accompagnano. Mi rattrista molto sentire le persone che, alla notizia di qualche fatto di cronaca, fanno invettive pesanti e gravi: – Gli dovrebbe venire un cancro, così impara. – oppure – gli auguro di morire all’inferno – o ancora – spero che finisca in un burrone lui e la sua auto da corsa -. La rabbia e il risentimento, così come il dolore e la delusione, molte volte la superficialità, ci spingono a fare affermazioni crudeli di cui non valutiamo la portata. Ma stiamo attenti: il Cosmo, che non giudica, non sceglie, non punisce, che sta sempre lì per noi, pronto e disponibile, quando ci sente parlare di cancro, scarpate, burroni, incidenti, morti etc., si affretterà a procurarci esattamente quanto ci ha sentito nominare (per lui lo stiamo semplicemente ordinando) e alimentare nel tempo con i pensieri di rabbia e dolore. Ed eccoci serviti! Lo stesso concetto lo potete trovare, espresso in altro modo, dalla Legge dell’attrazione, la quale sostiene che noi attraiamo nella nostra vita, persone, fatti, situazioni, avvenimenti, in linea con la nostra qualità vibrazionale. Quindi (sto semplificando, ma la letteratura in merito è vasta), se noi vibriamo alla frequenza del tipo “ti auguro un accidente”, sarà esattamente la medesima frequenza che attireremo nella nostra vita. Mai sentito parlare della Risonanza Morfogenetica? Un anziano saggio, capo di una tribù di nativi americani, parlando col nipotino, gli insegnava che dentro ogni uomo ci sono due lupi che lottano: uno malvagio e uno buono. -Quale vince?- Chiese il piccolo. -Quello a cui tu dai più da mangiare-. Rispose il nonno. Vi invito dunque a ripensare al menù del vostro ristorante: cosa avete ordinato? Il Cosmo è disponibile a cambiare immediatamente qualsiasi ordine noi abbiamo fatto, se ci accorgiamo di aver sbagliato pietanza. Una utile pratica per sciogliere i comandi negativi è……pensare l’opposto! – Sono certo/a che il partner giusto per me è disponibile ad incontrarmi quando sarò pronto/a- oppure -ti auguro di guidare con prudenza e in sicurezza-, anche se l’automobilista in questione ci ha appena tagliato la strada costringendoci a frenare bruscamente. – Ti auguro di trovare un paio di morbide, comode e silenziose pantofole – auguro alla rumorosa inquilina del piano sopra al mio. di Roberta Sava
spirale logararitmica

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